Case all'estero per gli italiani? Con RisorseImmobiliari.it si può.

Andrea Boschini, agente immobiliare attivo nell'area di Vigevano e Milano dal 1981, racconta un percorso professionale che parte dal territorio e si apre con successo ai mercati esteri: Costa Azzurra, Andalusia, Miami e, più recentemente, Dubai. In questa intervista emergono tre verità concrete per gli agenti immobiliari: esiste una domanda italiana consistente per case all’estero, la concorrenza nazionale è sorprendentemente bassa e pubblicare su un portale specializzato come RisorseImmobiliari produce lead concreti e vendite ripetute.

In questo articolo trovi l'intervista integrale e consigli pratici per chi vuole entrare nel mercato internazionale e vuole trasformare l’esperienza in opportunità di business.

D: Andrea, partiamo dal suo percorso professionale. Come nasce la sua attività nel settore immobiliare?

R: Ho iniziato a Vigevano nel 1981, dove ho vissuto più di 40 anni. Da otto anni sono a Milano, anche se torno a Vigevano ogni settimana per motivi personali e per seguire clienti storici. I primi trent’anni li ho trascorsi lavorando sul territorio locale. Successivamente ho iniziato a confrontarmi con mercati esteri: prima la Costa Azzurra, poi l’Andalusia grazie a colleghi che già operavano sul posto, e in seguito Miami. Negli ultimi due anni si è aggiunta anche una collaborazione con Dubai, sempre tramite colleghi italiani residenti.

D: Da cosa nasce il suo interesse per il mercato estero?

R: L’interesse è nato dalla domanda di molte famiglie che cercavano una seconda casa fuori dall’Italia. All’inizio verso la Costa Azzurra, poi in Spagna — soprattutto Andalusia e Canarie — dove i prezzi erano più accessibili. Ho notato che molti colleghi italiani non si occupavano di estero, pur con un mercato evidente. Così ho ampliato le mie attività: da un lato per rispondere a una richiesta reale, dall’altro perché lavorare con mercati diversi mi è sempre piaciuto.

D: Come si comporta oggi il mercato estero? E i competitor italiani?

R: I dati degli ultimi dieci anni parlano chiaro: mediamente oltre 40.000 famiglie italiane all’anno acquistano immobili all’estero, con variazioni tra 30.000 e 50.000 (fonte Nomisma). Nonostante questo, pochi agenti italiani si dedicano realmente a questo settore.
Comprare all’estero richiede competenze su fiscalità e utilizzo dell’immobile: cose che si acquisiscono con esperienza e studio. La concorrenza è quindi limitata: in rapporto alla domanda, pochi colleghi investono veramente tempo e risorse. L’agente immobiliare italiano tende a rimanere molto sul territorio.

D: Perché secondo lei gli italiani continuano a comprare all’estero?

R: Perché il turismo residenziale in Italia è costoso. Un esempio: un trilocale nuovo, con doppi servizi, in un contesto golfistico o vicino al mare, in Andalusia costa 330–350.000 €. Ad Arenzano, con la stessa cifra, probabilmente si acquista un piccolo trilocale. Inoltre il clima della Costa del Sol è stabile e soleggiato tutto l’anno. Sono fattori che pesano nella scelta.

D: Esiste anche un problema di informazioni? Gli acquirenti sono preparati?

R: Spesso no. Molti clienti comprano in Francia, Spagna, Dubai, Stati Uniti o Regno Unito senza conoscere realmente tassazione e fiscalità locali. Spesso coinvolgono un avvocato per sentirsi tutelati, mentre un agente preparato potrebbe seguire buona parte delle procedure. La scarsa presenza dei colleghi italiani all’estero contribuisce a questa mancanza di informazione.

D: Dal punto di vista normativo, come vede il confronto tra Italia e Paesi esteri?

R: In Italia la professione è regolamentata e serve il patentino. In molti Paesi europei non è così: in Spagna, per esempio, è sufficiente non avere precedenti penali. Questo però non significa che manchino responsabilità: se si sbaglia, le conseguenze sono pesanti. In Italia, invece, la certezza del diritto è più debole e l’abusivismo è ancora molto diffuso.

D: Da quanto tempo pubblica immobili all’estero su RisorseImmobiliari e perché continua a farlo?

R: Pubblico da più di dieci anni, praticamente dagli albori di Agestanet. Il collegamento gestionale con il portale ha sempre funzionato bene, anche per gli immobili all’estero. Nel tempo alcuni portali importanti hanno smesso di pubblicare Francia e Spagna, mentre RisorseImmobiliari ha mantenuto una copertura completa di diversi Paesi. I contatti arrivano, non in quantità enorme, ma con un buon rapporto qualità/prezzo. Per me è più che sufficiente.

D: Che risultati ha ottenuto pubblicando su RisorseImmobiliari?

R: Negli anni ho concluso 1–2 vendite all’anno solo tramite le pubblicazioni sull’estero. Come rapporto costi/ricavi è sempre stato positivo.

D: Come vede il futuro del settore estero per gli agenti italiani?

R: Mi auguro che più colleghi si avvicinino al mercato estero. Daremmo maggiore forza e credibilità verso i clienti. A una grande fiera immobiliare in Germania — 600–700 agenzie da tutta Europa — era presente una sola agenzia italiana. L’Italia ha un patrimonio immobiliare e territoriale unico, ma non sempre riesce a valorizzarlo. È un limite storico, e sarebbe utile superarlo.»

D: Quali consigli darebbe ai colleghi che vogliono lavorare anche con l’estero?

R: Il target è diverso dal residenziale italiano. Non si tratta di clienti più “internazionali”, ma di persone che solitamente hanno liquidità. Se ricorrono a un mutuo — che normalmente si fa direttamente nel Paese in cui si acquista — è spesso per ottimizzare.
Molti mettono l’immobile a reddito per buona parte dell’anno, ottenendo rendimenti tra l’8 e il 9%, e lo utilizzano nei restanti mesi. È un approccio più orientato all’investimento che al semplice acquisto. Bisogna imparare a ragionare così: non solo il prezzo, ma la redditività e l’eventuale rivalutazione futura.

Ringraziamo Andrea, che vantiamo tra i nostri Clienti ormai da anni, per questa testimonianza.

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