Scopri il paese più piccolo d’Italia

C'è un angolo d'Italia dove il tempo sembra essersi fermato, dove la natura domina incontrastata e ogni pietra racconta una storia. È Marcetelli, un piccolo borgo medievale incastonato tra le montagne del Cicolano, in provincia di Rieti. Con meno di cento abitanti, è il comune meno popoloso del Lazio e uno dei più piccoli d’Italia, ma il suo cuore pulsa forte, nascosto tra le pieghe della storia e dei boschi.
Arroccato a 930 metri di altitudine, Marcetelli guarda dall’alto la valle tra i fiumi Turano e Salto, come un antico custode silenzioso. Intorno, le vette maestose de La Cimata, Colle Ciccia e Colle Calende abbracciano il paese e lo proteggono, mentre la vicina riserva naturale Monte Navegna e Monte Cervia offre rifugi verdi a chi ama camminare, respirare e ascoltare il silenzio.
Passeggiare per le sue stradine strette e ripide, lastricate di pietra, è come entrare in un’altra epoca. Le case in pietra viva, i vicoli tortuosi e l’atmosfera sospesa raccontano di tempi in cui la vita aveva un altro ritmo. Il cuore del borgo è Piazza della Porta, dove si trova una fontana ottagonale che da secoli disseta viaggiatori e abitanti, e il seicentesco Palazzo Barberini, silenzioso testimone di un passato nobile.
Nonostante lo spopolamento che ha segnato molte realtà simili, Marcetelli resiste. La sua piccola comunità tiene viva l’anima del paese, e nei mesi estivi il borgo si anima: tornano i figli, i nipoti, gli amici e i viaggiatori in cerca di qualcosa che altrove si è perso. Il sindaco di questo paese dice che qui si vive bene e l’aria è pura, la natura intatta e l’accoglienza è quella di una volta. Ed è vero: qui si riscoprono i ritmi lenti, le chiacchiere in piazza, il valore delle cose semplici!
Marcetelli ha anche una storia antica e affascinante. Le sue prime tracce risalgono all’XI secolo e lo legano alla potente famiglia Mareri, signori della valle del Salto. In un documento del 1266, firmato da re Carlo d’Angiò, si nomina il castello di Marcetelli tra i feudi concessi a Tommaso Mareri. Questo piccolo borgo, all’epoca, era una sentinella di confine tra il Regno di Napoli e lo Stato della Chiesa. I Mareri ne mantennero il controllo fino al 1530, quando l’imperatore Carlo V lo affidò ai Cesarini. Più tardi, nel 1662, fu acquistato da Maffeo Barberini, il cui casato ne fu signore fino alla fine del feudalesimo voluta da Napoleone. L’autonomia comunale arrivò con l’Unità d’Italia, nel 1861.
Oltre alla sua storia, Marcetelli custodisce veri e propri tesori d’arte. La cappella di San Rocco, probabilmente del XVII secolo, è stata recentemente restaurata e ha riportato alla luce gli affreschi di Vincenzo Manenti, pittore reatino di spicco del Seicento. E immersa tra i boschi del Monte Santo c’è la chiesa di Santa Maria in Villa, risalente all’XI secolo, che conserva un ciclo pittorico dedicato all’incoronazione della Vergine: un gioiello nascosto, che si svela solo a chi ha il coraggio e la voglia di cercarlo.
Marcetelli non è solo un luogo da visitare: è un’esperienza. È il profumo della legna nei camini, il silenzio delle montagne, il suono delle campane che scandisce il tempo. È il sorriso degli abitanti, la bellezza di un’Italia minore che sa essere grande. È il rifugio di chi cerca autenticità, lontano dal turismo di massa, vicino all’anima.
In un mondo che corre, Marcetelli resta. E resiste. Con la forza della sua storia, la voce delle sue pietre e il battito lento del suo cuore.
Credits Photo: Rieti N@ture
Articoli che potrebbero interessarti:
Vivere la Montagna Consapevolmente: Una Guida per Vacanze di Natale Sostenibili
La Casa Volante di Annunzio Lagomarsini: Un’Innovazione Architettonica